L’autore della statua della Libertà potrebbe essersi ispirato a una donna ciociara. Tra le tante leggende e ipotesi nate intorno al celebre monumento di New York, ce n’è una davvero particolare: secondo una teoria che circola sul web, Lady Liberty porterebbe il volto di una contadina dei Monti Lepini.
Tutto parte da un quadro del XIX secolo, Ciociara con velo rosso, firmato da Anna Maria Elisabeth Lisinska Jerichau-Baumann, artista danese nata a Varsavia nel 1819. Tra il 1860 e il 1870, durante un viaggio in Italia, la pittrice visitò varie località del Lazio e rimase colpita dalla bellezza e dalla fierezza delle donne ciociare.

In quell’occasione, Elisabeth Jerichau-Baumann realizzò un ritratto di una giovane ciociara in abito tradizionale, oggi conservato in una collezione privata. Chi osserva il dipinto nota immediatamente la somiglianza sorprendente con il volto della statua della Libertà: la stessa espressione austera, la bocca appena serrata, gli zigomi pronunciati, lo sguardo rivolto in avanti con dignità e forza.
La teoria
Secondo alcuni appassionati, Frédéric-Auguste Bartholdi, autore della statua della Libertà vissuto tra il 1834 e il 1904, avrebbe potuto aver visto il quadro prima di realizzare la statua. Gli intervalli temporali, gli interessi comuni e l’affinità con l’Italia fanno credere che i due possano addirittura aver avuto modo di conoscersi.
La statua è stata progettata tra il 1865 e il 1870 e la sua costruzione è iniziata in Francia nel 1876, anno del centenario della Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America. È stata completata a Parigi tra il 1881 e il 1884 ed è stata regalata agli Stati Uniti come simbolo dei valori di libertà comuni alle due nazioni; è stata assemblata definitivamente ed esposta a New York nel 1886. È noto che Bartholdi visitò il nostro Paese più volte e che rimase profondamente colpito dall’arte italiana.

Bartholdi trasse ispirazione per la struttura interna della statua proprio dal Sancarlone di Arona, monumentale statua in rame di san Carlo Borromeo che presenta un sistema di scale e aperture molto simile a quello della statua americana. Non è quindi da escludere che anche per il volto della statua abbia trovato un modello nel nostro Paese, magari proprio in quella giovane ciociara immortalata dalla pittrice danese.
La prima ipotesi
La versione accettata per anni come veritiera vuole che il volto della statua della Libertà sia quello della duchessa Isabelle Eugénie Boyer, moglie dell’imprenditore Isaac Merritt Singer, fondatore dell’omonimo marchio di macchine da cucire. Isabelle Boyer era una delle figure più fotografate e chiacchierate dell’alta società europea e la sua notorietà avrebbe certamente giovato alla fama dell’opera.
Nonostante la bellezza e la ricchezza della donna, che avrebbe sicuramente potuto dare ulteriore prestigio alla statua, molti biografi hanno smentito questa ipotesi, sostenendo che Bartholdi si sia in realtà ispirato a sua madre Augusta Charlotte Beysser, una figura forte e autorevole che aveva rappresentato per lui un punto di riferimento morale e affettivo.
Eppure, la somiglianza tra la contadina ciociara e Lady Liberty rimane così evidente da alimentare i dubbi. Possibile che Bartholdi, affascinato dal quadro di Elisabeth Jerichau-Baumann, ne abbia inconsciamente ripreso i tratti nel modellare la sua celebre scultura?

La Ciociaria nell’arte
Non esistono prove definitive, ma il sospetto resiste da decenni e continua a incuriosire gli studiosi. L’idea che uno dei simboli più riconosciuti al mondo possa avere un’anima ciociara non è poi così assurda. Nell’Ottocento, infatti, moltissimi artisti europei frequentavano l’Italia e ritraevano modelle provenienti proprio dalle campagne del Lazio meridionale, considerate tra le più belle e autentiche d’Europa.
Forse non lo sapremo mai con certezza, ma immaginare che tra il rame ossidato che riveste la statua della Libertà si nasconda un frammento di Ciociaria è un pensiero che fa sorridere e inorgoglisce: un piccolo pezzo dei Monti Lepini che, forse, è arrivato a vegliare sul porto di New York come simbolo eterno di libertà, speranza e coraggio.