Un cellulare sequestrato all’interno di una cella del carcere di Frosinone ha permesso agli investigatori di ricostruire la provenienza delle minacce rivolte al sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. È da quella cella che, secondo quanto emerso, è stato pubblicato un video in cui un uomo, impugnando un fucile da guerra, rivolge minacce dirette al primo cittadino e ai suoi familiari.
Nel video, diffuso sui social, la persona ripresa dichiara: «Questo è per te, sindaco, e per la tua famiglia. Come ha buttato giù la nostra casa, io butterò la sua. Tempo al tempo. Lo Stato non mi fa paura». Il nickname usato sui profili social era “Silvio Silvietto”: gli accertamenti hanno permesso di identificarlo come Braidich Johnny, 29 anni, nato a Roma il 31 agosto 1997 e detenuto nella casa circondariale di Frosinone. L’uomo avrebbe numerosi alias, tra cui Silvio Hilic, e un ampio nucleo familiare cui sono riferiti alcuni elementi socio-giudiziari.
Le minacce sono state collegate, dagli investigatori, agli abbattimenti decisi dal Comune di Roma nei confronti di ville ritenute abusive e riconducibili a nuclei familiari coinvolti: le demolizioni sarebbero avvenute dopo decenni di presunte irregolarità, e avrebbero riguardato ville appartenute alla presunta famiglia Kolarov–Hilicic, secondo le ricostruzioni. Nel giorno successivo agli sgomberi e agli abbattimenti, è quindi comparso sui social il video minatorio.
L’inchiesta, partita da una segnalazione giornalistica, è stata aperta dalla Procura di Tivoli. Carabinieri e Guardia di Finanza sono intervenuti nelle ore successive con blitz e perquisizioni, tra cui sopralluoghi nelle villette di Valle Martella, periferia est di Roma, abitate da persone oggetto degli sgomberi: in quelle abitazioni gli investigatori non hanno però rinvenuto le armi cercate. La polizia penitenziaria ha quindi perquisito la cella del detenuto a Frosinone e ha sequestrato il telefono: alcuni post e foto erano stati cancellati poco prima, ma gli inquirenti sono riusciti a recuperare elementi probatori utili all’identificazione dell’autore.
La Procura di Tivoli ha attivato accertamenti per chiarire la dinamica della diffusione del video, la provenienza effettiva del contenuto e i possibili contatti esterni del detenuto che avrebbero permesso l’uso continuato del telefono in cella. Le forze dell’ordine continuano gli accertamenti sui contatti social e sulle responsabilità penali connesse alle minacce indirizzate al sindaco e alla sua famiglia.